Non solo danni polmonari: si è osservato che il nuovo Coronavirus ha un impatto anche sul cervello, sugli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali, tanto che si parla di “Neurocovid”.
Grazie alla fine, in questo periodo, della “fase emergenziale Covid-19” è possibile osservare la situazione da una prospettiva differente.
Abbiamo ora l’occasione di analizzare ciò che è accaduto per essere più preparati e pronti in futuro, ma anche per affrontare le conseguenze che questa pandemia ha lasciato.
Pochi ancora ne parlano, ma i danni che il virus lascia in eredità a molti pazienti “guariti” sono assai rilevanti, causando in taluni casi disabilità permanente.
Oltre ai danni polmonari e cardiologici, il Covid-19 può produrre danni diretti e indiretti al cervello, tanto che si è coniato il termine “neurocovid”.
L’evidenza dal punto di vista clinico ormai è forte e molti studi stanno confermando quello che neurologi e neuroradiologi osservano da mesi, cioè che un numero significativo di pazienti dimessi dalla terapia intensiva presenta danni cerebrovascolari permanenti [1,2,3].
A tal proposito, ci sono evidenze di compromissioni cerebrali transitorie, come la perdita del gusto/dell’olfatto, ma sono state individuate anche altre condizioni neurologiche croniche concomitanti all’infezione da SARS-CoV-2, quali: ARDS, encefalopatia necrotizzante acuta, encefaliti, aumento vulnerabilità per ictus ischemici ed emorragici, sindrome di Guillain Barrè, nevralgia del trigemino ed encefalopatia emorragica necrotizzante [4].
Inoltre, molti pazienti sono esposti a lunghi periodi di ipossia in seguito ai quali, frequentemente, presentano alterazioni della memoria, dell’attenzione e di altre funzioni cognitive.
Queste importanti conseguenze sul sistema nervoso centrale hanno una ricaduta diretta sugli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali che possono apparire gravemente compromessi.
Ciò comporta un forte impatto sulle autonomie delle persone e un conseguente drammatico carico sulle famiglie e sul sistema sanitario nazionale.
Quanto affermato finora appare sufficiente per portarci a effettuare un’importante riflessione sulle misure, in ambito preventivo e riabilitativo, da adottare in futuro per far fronte a questa “emergenza nell’emergenza” e per ridurre l’impatto, a lungo termine, sull’intera società.
Dott. Simone Turati, Psicologo e Neuropsicologo
Articolo tratto da: https://www.simoneturati.it/aspetti-neurologici-e-neuropsicologici-dellinfezione-da-covid-19/