Coronavirus: gli impatti sui pazienti neurologici

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Coronavirus: gli impatti sui pazienti neurologici

Nonostante il periodo di “lockdown” vero e proprio sia terminato, questo periodo di emergenza sta ancora mettendo a dura prova il nostro intero mondo: sociale, sanitario, economico, psicologico.

Questa situazione ha messo in seria difficoltà tutto il settore sanitario, non solo in termini di assistenza delle persone ammalate di Coronavirus – Covid-19, ma anche per tutti i pazienti neurologici che necessitano di cure per patologie croniche indipendenti dal virus

I pazienti neurologici, cioè i pazienti con lesione cerebrale acquisita come ictus, deterioramento cognitivo e traumi cranici presentano diversi disturbi cognitivi (difficoltà di memoria, attenzione, linguaggio…). Anche queste persone, impegnate in percorsi di riabilitazione cognitiva, hanno dovuto interrompere i loro trattamenti in quanto impossibilitati a recarsi in ambulatorio per ridurre il rischio di contagio e di gravi conseguenze per la loro salute.

La telemedicina

È in questo momento che la telemedicina dovrebbe essere sfruttata al massimo, permettendo ai pazienti di continuare i loro trattamenti neurocognitivi da casa. Anche i familiari e/o il caregiver, che hanno il compito essenziale di accompagnare il proprio caro durante il percorso di trattamento, potrebbero evitare ulteriori rischi. 

La telemedicina (basata su soluzioni tecnologiche che permettono di gestire a distanza la propria salute) sembra essere la risposta più adeguata soprattutto in questo periodo di emergenza, ma anche nel prossimo futuro, consentendo ai pazienti di continuare la loro riabilitazione senza allontanarsi da casa. Questo, inoltre, permetterebbe in molti casi di aumentare il numero delle sedute (intensità) di trattamento, senza necessariamente alzare i costi.

Nei prossimi mesi, vista la situazione in atto, sarà necessario ripensare ai modelli di assistenza e in generale di vita. Fortunatamente i progressi tecnologici ci aiuteranno ad affrontare nel modo più adeguato possibile molte problematiche legate alle nuove dinamiche sociali.

La teleriabilitazione è una possibilità concreta per rimanere in contatto con il proprio terapeuta.

Se la telemedicina può essere un’utile risposta in questo momento, non pretende comunque di sostituirsi in alcun modo al terapeuta. Il paziente, infatti, non viene mai lasciato solo o in difficoltà: le attività sono sempre monitorate da remoto dal professionista che può in qualsiasi momento aggiornare il piano terapeutico. Inoltre, paziente e terapeuta possono comunicare attraverso il software per qualsiasi evenienza. 

Una soluzione per continuare la terapia

È proprio per rispondere a questi bisogni che Neurab, startup neuroscientifica di Rovereto, propone un dispositivo di riabilitazione a distanza: il Neurotablet.

Il Neurotablet è uno strumento tecnologico per la riabilitazione neuropsicologica e la stimolazione cognitiva che comprende circa 40 esercizi e oltre 10.000 livelli, offrendo molti dei principali paradigmi scientifici risultati efficaci. 

Il dispositivo è un tablet ed è quindi svincolato dalla necessità del paziente di essere presente in ambulatorio per il trattamento. Egli, infatti, può svolgere a casa gli esercizi che vengono sempre selezionati dal proprio terapeuta sia nella loro tipologia che nelle difficoltà.
Oltre a garantire un’ampia modulazione degli esercizi da parte del terapeuta, per adattare il trattamento ai differenti quadri cognitivi, il software automaticamente adegua il livello del compito rispetto alle performance del paziente.

Le patologie attualmente trattate con il Neurotablet sono quelle conseguenti a ictus, traumi cranici, malattie neurodegenerative, sclerosi multipla e ictus infantili.

In questo momento di emergenza sanitaria, con le limitazioni e le attenzioni che il Coronavirus ci impone, i pazienti neurologici potranno adottare nuove metodologie per non dover interrompere le terapie di riabilitazione.