Secondo gli esperti un aspetto fondamentale per la prevenzione dell’ictus è l’adeguata consapevolezza da parte dei cittadini dei fattori di rischio. Rischi che da soli o, in combinazione tra di loro, aumentano la possibilità di incorrere in un ictus. Questi sono: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo e alcune anomalie cardiache e vascolari.
Le nuove terapie della fase acuta (trombolisi e trombectomia meccanica) possono evitare del tutto o migliorare in modo sorprendente questi esiti. La loro applicazione, tuttavia, rimane tutt’oggi molto limitata per una serie di motivi, come il ritardo con cui il paziente arriva in ospedale, il ritardo intra-ospedaliero e la mancanza di reti ospedaliere adeguatamente organizzate.
Oltre ad innovative strumentazioni, esistono degli step fondamentali per il recupero. Tra questi vi è senza dubbio l’azione riabilitativa precoce, già a partire dai primi giorni dopo l’ictus, oltre ad attività riabilitative condotte da personale qualificato, la loro prosecuzione continuativa, le tecniche e il grado di intensità ritagliati sul singolo caso, il coinvolgimento della famiglia e del caregiver nel praticare attivamente gli esercizi fisici e nella gestione del paziente nella vita di tutti i giorni.
Un approccio indispensabile è la riabilitazione post-ictus, per evitare complicanze secondarie dovute alla immobilità, per migliorare gli esiti del paziente e per restituirgli la maggior autonomia possibile. Il professor Domenico Inzitari(1) sottolinea l’importanza e l’efficacia della riabilitazione: “La riabilitazione è in grado di stimolare la cosiddetta plasticità neuronale, ovvero la capacità delle aree cerebrali non colpite dall’ictus di compensare le zone danneggiate, favorendo il recupero delle funzioni perse.”
La dottoressa Nicoletta Reale, presidente di Alice Italia Onlus, afferma che la riabilitazione nei pazienti colpiti da ictus “dovrebbe iniziare dalla fase di ricovero per poi proseguire in modo continuativo, senza interruzioni e senza rigide limitazioni temporali in strutture idonee e nei distretti sanitari territoriali”.
Per questo motivo Neurab ha sviluppato il Neurotablet: uno strumento per la riabilitazione neuropsicologica che ben si adatta alle necessità riabilitative dei pazienti colpiti da ictus. In particolare, gli esercizi contenuti nel dispositivo sono tutti altamente personalizzabili sulle necessità specifiche del paziente. Grazie ad algoritmi sviluppati da Neurab, inoltre, gli esercizi si adattano in automatico alle performance del paziente, garantendo un training di difficoltà sempre ottimale.
Al fine di garantire continuità dell’intervento riabilitativo, il Neurotablet è perfetto anche per la teleriabilitazione. Il paziente, infatti, può seguire la terapia anche da casa, o dalla propria stanza dell’istituto ospedaliero, senza la costante presenza fisica del terapeuta, il quale può impostare e modificare percorsi riabilitativi da remoto.
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Fonte: Alice Italia Onlus
(1) Domenico Inzitari è professore ordinario di neurologia presso il Dipartimento di neuroscienze, area del farmaco e salute del bambino (Neurofarba) dell’Università degli Studi di Firenze e presidente del Comitato tecnico scientifico di Alice Italia Onlus.