L’esercizio propone una serie di esercizi che contengono delle contraddizioni tra il compito decisionale richiesto e la modalità di risposta.
Lo scopo è esercitare il paziente a non “lasciarsi andare” all’automatismo ma a mantenere un controllo volitivo sulle proprie reazioni. Questo tipo di esercizio serve a ripristinare la capacità di controllo, generalmente localizzata nei lobi anteriori della corteccia cerebrale. Il controllo è, in termini generici, la possibilità di reprimere le proprie reazioni automatiche, nonché quella di organizzare i propri pensieri e le proprie azioni: spesso, persone con disabilità dovute ad una patologia traumatica o degenerativa non riescono ad esercitare questa funzione cognitiva, e questo crea una serie di complessi problemi, sia per il paziente che per il caregiver.
Per una più efficace attività terapeutica, il gioco è diviso in 7 differenti paradigmi, di cui due acustici e tutti gli altri visivi. In tutti i casi, il paziente viene lentamente allenato ad esprimere, il più velocemente possibile, una specifica risposta (es: tocca il cerchio che gira più lentamente), fino al momento in cui gli viene chiesto di reprimere la risposta. Questo lo spinge ad allenarsi a contenere il proprio automatismo.
Oltre al paradigma classico del “Go-No-Go”, l’esercizio integra anche uno “stop signal”, ovvero un’icona che appare durante il gioco, richiedendo al paziente di non rispondere durante il trial successivo. Questo introduce un ulteriore livello di repressione e controllo richiesto al paziente, rendendo dunque l’esercizio più efficace.
Tutti i parametri sono liberamente manipolabili dal terapeuta subito prima dell’esecuzione dell’esercizio, sia in presenza che da remoto.
Inoltre, tramite l’espediente della presentazione di stimoli centrali e simmetrici, due dei paradigmi proposti possono essere utilizzati anche in presenza di Neglect. Al paziente viene infatti mostrato uno stimolo circolare, del quale deve determinare la velocità di rotazione. Indipendentemente dal come egli, in seguito alla lesione, segreghi lo spazio attentivo, la parte di stimolo che giunge alla sua consapevolezza conterrà l’informazione richiesta per svolgere il compito.
Come tutti gli altri esercizi del Neurotablet, anche Controllo Inibizione possiede degli algoritmi adattivi, sviluppati da Neurab, che fanno sì che il software si adatti all’abilità del paziente, mantenendo il gioco ad una ottimale soglia di difficoltà.